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al testo di Angelo NGE Colella
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Al filosofo da tasca di qualcuno sfuggì una pagina e lo strappo per poco non gli ruppe il braccio. Io la raccolsi e la guardai: l'avevo scritta io ma non riuscivo a leggerla, era tutta sgonfia e si afflosciava. Qualcuno dei fili aveva fatto falso contatto, ma anche ad aprire la copertina non avrei saputo dove mettere le mani. Ci soffiai sopra e, per fortuna, i tizzoni si riebbero un po' e brillarono come ex-fidanzate. Qualcuno mi vide da lontano. e mi intimò di smettere di maltrattarla. Venne chiamato un medium che invece di leggere ci sentì le anime inquiete dei morti e disse che la pagina era stata scritta su un vecchio cimitero indiano. Da un tratto saltò fuori un grosso gatto nero e mi spaventai così tanto che dimenticai un sacco di sinonimi. |
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